Alleanza Nazionale non esiste più come partito autonomo dal 2008 dopo la sua suicida confluenza nel Popolo della Libertà, ma non esiste più neanche come comunità politica dopo l’ancor più suicida scissione dei finiani nel 2010. I suoi uomini sono divisi tra coloro i quali sono rimasti nel PdL, coloro i quali hanno fondato Fratelli d’Italia ed i superstiti non rieletti di Futuro e Libertà. Hanno però ancora un luogo che li comprende tutti, e cioè la Fondazione Alleanza Nazionale, cioè l’ente che gestisce il patrimonio dell’ex MSI e dell’ex AN, in sostanza costituito da quanto riuscì a creare la lungimiranza di Giorgio Almirante e che rende il partito fantasma cui oggi ancora si riferisce un unicum in positivo tra i partiti italiani viceversa esistenti. Infatti, leggo sul Corriere della sera che la Fondazione AN gestisce un patrimonio immobiliare di 45 milioni di euro e un patrimonio non immobiliare di 50 milioni di euro, il che equivale, se vogliano fare ancora questi conti, a quasi 200 miliardi di vecchie lire.
Che farne? Su queste pagine si è aperto un dibattito, e non solo su queste, per capire come non sprecare una simile fortuna, e comunque non tenerla immobilizzata con un danno gravissimo per tutto un mondo umano e ideale che si è anche sacrificato per costituirla. E così, grazie a Dio, superate le reciproche ostilità e diffidenze e pensando al bene comune, raccogliendo anche suggerimenti esterni, le varie componenti delle sparse membra politiche dell’ex MSI e dell’ex AN, hanno preso due importantissime e felici decisioni: far fruttare il patrimonio immobiliare con un bando di concorso che lo mette a disposizione, a prezzi inferiori al mercato, di chi volesse comprarlo o affittarlo per farne luoghi in cui effettuare attività politica e culturale di area; e investendo una cifra veramente cospicua, da destinare, tramite un secondo bando, a chi volesse proporre iniziative, manifestazioni,convegni e quant’altro riferiti alla storia e al patrimonio ideale che la Fondazione rappresenta. Una commissione di cinque saggi valuterà le proposte e deciderà in tempi rapidi.
Finalmente dunque una bella notizia da un mondo che sino ad oggi ci aveva dato solo acerbe delusioni. Messe da parte dispute e recriminazioni di vertice si pensa alla base, a coloro i quali disinteressatamente hanno dedicato energie fisiche e intellettuali per un ideale dal 1946 al 1995 e quindi dal 1995 al 2008. Il patrimonio della Fondazione non resta bloccato e inutile ma tornerà ad essere utile, non rimane fermo nelle banche ma sarà impiegato e messo a disposizione.
La nostra speranza è che le decisioni che prenderà la commissione delle cinque persone incaricate di vagliare, scegliere e accettare o respingere le proposte e le offerte che verranno avanzate si comporti in maniera lungimirante e senza alcun antipatia o simpatia personale a priori, senza alcun pregiudizio o condizionamento causato dal condizionamento del politicamente corretto in via generale. La storia ideale del MSI-AN ha quasi 70 anni durante i quali si sono avute diverse evoluzioni o involuzioni (a seconda dei punti di vista), ma non per questo si dovrebbero cassare momenti fondamentali della sua vicenda, protagonisti, personaggi significativi, punti di riferimento. Soltanto se la Fondazione AN considererà il passato che oggi rappresenta nel suo insieme, la storia trascorsa nel suo complesso senza alcun discrimine, solo allora avrà assolto un compito benemerito di cui tutti coloro i quali sono stati militanti o semplicemente vicini idealmente a quei due partiti, gliene saranno grati.
L’unico modo ormai per non far morire definitivamente questo mondo è non dimenticare il suo passato e fornire i mezzi pratici per farlo rivivere tramite la sua base umana superstite nel momento in cui rinasce il centro di Forza Italia che interessatamente viene proprio presentato come l’unica “Destra” italiana.