Succede in Italia nel 2021, il paese degli steccati disegnati da Michela Murgia e Tomaso Montanari. Un bravo cronista romano, Fernando Magliaro, figlio di Massimo, storico portavoce di Giorgio Almirante e già direttore di Rai International, lascia il Tempo (dove lavorava con merito da più di dieci anni) e firma un contratto con Repubblica. Fa un tweet e apriti cielo, il suo contratto salta.
Succede in Italia nel 2021, il paese degli steccati disegnati da Michela Murgia e Tomaso Montanari. Eppure “a fine agosto – scrive Il Giornale – Repubblica gli ha comunicato che il vicedirettore Carlo Bonini aveva confermato l’ingaggio e di lì a breve avrebbe firmato il contratto per prendere servizio il primo di settembre. Tant’è che Magliaro si è prodigato per dare immediatamente le dimissioni alla vecchia testata riuscendo addirittura a farsi scontare i 15 giorni di preavviso”.
Succede in Italia nel 2021, il paese degli steccati disegnati da Michela Murgia e Tomaso Montanari. Due giorni dopo aver preso servizio, Fernando Magliaro ha ricevuto la comunicazione che la collaborazione stipulata due giorni prima era stata annullata dal direttore responsabile.
Succede in Italia nel 2021, il paese degli steccati disegnati da Michela Murgia e Tomaso Montanari. La contraerea ideologica di Repubblica, saldando l’ostilità per l’estrazione familiare di Magliaro con la ristrutturazione in corso, preclude a un cronista di valore di lavorare sulle sue pagine, nonostante le pregevoli inchieste svolte in questi anni per il quotidiano di Piazza Colonna (quella sul progetto del nuovo stadio della Roma su tutte).
Succede in Italia nel 2021, il paese degli steccati disegnati da Michela Murgia e Tomaso Montanari. Eppure proprio Repubblica, nel luglio scorso, con una necrologia del direttore responsabile Maurizio Molinari (che ha lavorato – come Magliaro – al Tempo), aveva commemorato la scomparsa dello storico corrispondente da Bruxelles, Franco Papitto. Non solo, a Papitto era stato dedicato anche un articolo in cultura, con un riferimento alla sua gioventù ribelle. Ecco, Papitto, a Valle Giulia era stato in prima linea, ma non con il Movimento. Aderiva allora alla destra rivoluzionaria di Stefano Delle Chiaie, Adriano Tilgher e Tonino Fiore. E dopo la militanza, scelse il giornalismo e si affermò nel giornalismo. Proprio nel giornale di Eugenio Scalfari…
Succede in Italia nel 2021, il paese degli steccati disegnati da Michela Murgia e Tomaso Montanari. Prima dell’ideologia dovrebbe prevalere il merito, il buon senso e il buon gusto. Ma siamo nell’Italia degli odii antichi e delle ferite che qualcuno vuole non si possano mai rimarginare.
La Repubblica è una testata reazionaria sul piano dei sentimenti quindi i lettori e le lettrici con lo spettro dell’identificazione del “nemico “ si aspetta le coccole, mi è capitato di leggerlo, non ho notato nient’altro, quindi ci si conforma è una linea rispettabile anche se avverto che la soddisfazione sia solo per chi scrive con messaggi subliminali (tra di loro). Non conosco gli scritti di Pagliaro la comodità non ha origine dalla metà o da un punto indefinito ad esempio la scuola illuministica di Cesare Beccaria (ce ne sono altre) è un buon inizio la difficoltà consiste nel trovare un editore permissivo.