Voula Papachristou: due volte campionessa europea under 23 nel salto triplo. Greca. Slanciata, armoniosa, fronte alta. Purtroppo per lei, di pelle bianca. Aggiungiamoci il vezzo dorico di una chioma bionda, quasi certamente artefatta. E un tweet di troppo. Un cinguettìo razzista, fatto di caldo, africani e zanzare. Il Cio non ha perso tempo: esclusa, espulsa, diversa. Forse malata, contagiata dal morbo ‘subumano’ dell’Alba Dorata. Il Comitato olimpico non ha neanche badato ai dettagli: al naso un poco arcuato, al taglio degli occhi un filo levantino. Grecia, pur sempre terra di frontiera e di mescolamenti. Ma per il Grande Fratello olimpico l’importante è imporre la miscellanea degli spiriti, dell’umanamente corretto e indifferenziato: colpirne uno, educarne milioni alla lobotomia universale del mondialismo vincitore.
Ne sa qualcosa anche Alexsandr Lukaschenko; il dittatore bielorusso non potrà atterrare a Londra. Il bando emesso nei suoi confronti dai paesi Ue proseguirà anche durante il periodo olimpico; niente romanticismi classici, dunque, quando l’agone sportivo fermava quello militare. Il Comitato Olimpico disapprova formalmente l’insistente, maniacale, disumana, sovranità politica ed economica dello staterello post-sovietico.
A proposito di accoglienza: il GF londinese ha scambiato la bandiera della Corea del Nord, regime comunista, con quella del cugini occidentalizzati del Sud. Scandalo e disonore fra gli atleti e le atlete (nello specifico, calcio femminile) della Repubblica popolare. Il Cio bada a twitter, ma non controlla vessilli tanto differenti. Nemmeno su wikipedia.
Ancora una notizia: chi crede che il Grande Fratello a cinque cerchi punisca solo razzisti, dittatori e asiatici marxisti, si prenda una pausa. Ma sorseggiando la bibita giusta: chi verrà trovato nel parco olimpico con indosso un marchio concorrente alla Coca Cola sarà allontanato. O forse spogliato. Delirio liberaldemocratico.