

Ne sa qualcosa anche Alexsandr Lukaschenko; il dittatore bielorusso non potrà atterrare a Londra. Il bando emesso nei suoi confronti dai paesi Ue proseguirà anche durante il periodo olimpico; niente romanticismi classici, dunque, quando l’agone sportivo fermava quello militare. Il Comitato Olimpico disapprova formalmente l’insistente, maniacale, disumana, sovranità politica ed economica dello staterello post-sovietico.
A proposito di accoglienza: il GF londinese ha scambiato la bandiera della Corea del Nord, regime comunista, con quella del cugini occidentalizzati del Sud. Scandalo e disonore fra gli atleti e le atlete (nello specifico, calcio femminile) della Repubblica popolare. Il Cio bada a twitter, ma non controlla vessilli tanto differenti. Nemmeno su wikipedia.
Ancora una notizia: chi crede che il Grande Fratello a cinque cerchi punisca solo razzisti, dittatori e asiatici marxisti, si prenda una pausa. Ma sorseggiando la bibita giusta: chi verrà trovato nel parco olimpico con indosso un marchio concorrente alla Coca Cola sarà allontanato. O forse spogliato. Delirio liberaldemocratico.