Il film-documento di Gianfranco Rosi che vince il leone di Venezia è un segnale rivoluzionario e scuote il formalismo ormai fatiscente della cinematografia mondiale. E’ un ritorno a Vertov, al suo capolavoro, L’uomo con la macchina da presa, che fu definito la “summa matematica dell’arte registica”.
Il film-documento che ispirò il Visconti de La terra trema (presentato alla Mostra del 1948) e tutto il neoralismo italiano.
Il film che ispirò Notte e nebbia di Alain Resnais. Un cinema, dunque, che non è “altro”, come alcuni sprovveduti critici si affrettano a definirlo.