“L’investigatore Lincoln Rhyme? L’uomo giusto per risolvere il caso di Meredith Kercher”. Jeffery Deaver, scrittore americano, autore di best seller come “Il collezionista di ossa” – interpretato al cinema in maniera magistrale da Denzel Washington e Angiolina Jolie– è stato il protagonista a Polignano a Mare (Bari) dell’ultima serata del festival “Il libro possibile”su un palco realizzato davanti all’Abbazia di San Vito. L’autore statunitense è alle prese con il tuour italiano di promozione dell’ultima avventura di Lincoln, “La Stanza della Morte” e non si sottrae a domande che vanno dai temi di attualità internazionale come la lotta al terrorismo alla querelle giudiziaria che vede coinvolta studentessa statunitense Amanda Knox e il barese Raffaele Sollecito.
Deaver è stato già in Puglia dove ha conosciuto i talenti italiani del noir Donato Carrisi e Gianrico Carofiglio, e non nasconde la propria predilezione per le delizie gastronomiche del territorio e per i paesaggi che in futuro potrebbero offrirgli ispirazione per una nuova thriller story.
Quale e’ stata l’ispirazione da cui è scaturita la decima avventura di Lincoln Rhyme?
Volevo scrivere un romanzo politico. La storia vera, la notizia dell’assassinio ordito dal governo americano di Anwar Al-Awlaki, mi ha dato la stura per scriverlo. (L’imam di discendenza yemenita, era nato nel New Mexico, per la Cia era un pezzo da novanta di Al Qaeda: è stato ucciso da un drone statunitense e questo omicidio mirato ha destato grande clamore nell’opinione pubblica a stelle e strisce. Ndr)
Tutta la storia ruota attorno all’assassinio di Robert Moreno, animatore di battaglie per i diritti delle popolazione sudamericane: alla fine risultano troppo “sbrigativi” i metodi del governo degli Stati Uniti verso i dissidenti nel romanzo. Nella realtà quotidiana?
Negli Usa è in corso un acceso dibattito sulla accettabilità di un ordine di morte nei confronti di una persona senza che sia sancito da un tribunale. E aggiungo anche che il mio romanzo si occupa di sicurezza e libertà: entrambi i temi hanno un loro fondamento.
Quali sono i fronti in campo nell’opinione pubblica?
C’è chi ritiene che la guerra al terrorismo sia una guerra vera e propria: i terroristi utilizzano tecniche di combattimento non convenzionali e quindi è legittimo contrastarli con metodologie altrettanto non rituali. Altri, di contro, ritengono che in una democrazia moderna, come gli Usa o l’Italia, il rispetto della legge non possa mai venire meno: mettere in discussione il diritto implicherebbe una sorta di destabilizzazione.
Gli Usa dopo l’11 settembre si sono molto interrogati sugli effetti delle sospensioni di libertà garantite della costituzione per la sicurezza e la lotta al terrorismo. L’opinione di Deaver?
Da scrittore il mio compito consiste nel sollevare il quesito, far si’ che il lettore si ponga domande su questo tema. Come cittadino ho un’opinione al riguardo: in circostanze estremamente limitate, quando ci sono assolute certezze evitare di rischi collaterali, possono essere messe in atto anche decisioni extragiudiziali.
Che ritratto degli Usa e dei paesi del Centro-America emerge dalle pagine de “La Stanza della Morte”?
Il mio paese è grande, complesso, dominato da interessi contrastanti, le tematiche che affiorano nel romanzo riflettono il dibattito pubblico in corso. L’America Latina invece è una potenza in espansione di cui ci stiamo accorgendo giorno per giorno, riservandole grande attenzione.
Al tempo di Obama gli Usa conservano un orizzonte imperiale?
Restano una grande potenza, in virtù della forte economia: sono nel bene e nel male il poliziotto del mondo. Come per ogni situazione politica resta un po’ di disillusione sulle posizioni del presidente. Ma da quando è alla casa Bianca siamo decisamente una nazione migliore.
E nel mondo…
Prima di Obama, Bush non era amato né in patria né all’estero. Ai tempi ero un oppositore della guerra in Iraq. Obama cerca la pace, non cerca il coinvolgimento in ulteriori guerre, e in più è attento alla giustizia sociale ed ai diritti dei deboli: questi sono innegabili elementi positivi.
Presenterà il libro in Puglia. Il noir da queste parti ha incontrato il corto circuito con cronaca e attualità nella vicenda dell’omicidio di Meredith Kercher e sul coinvolgimento di Amanda Knox e Raffaele Sollecito. Il caso è ancora aperto. Schiererebbe Lincon Rhyme per arrivare alla verità?
Lincon sarebbe il candidato ideale per prendere in mano le redini dell’indagine: da quello che ho sentito in America sui media, pare che ci siano talmente tante versioni discordanti che l’unica possibilità di unire ragione e giustizia nella vicenda è il ricorso alle tecniche di investigazione scientifica di Rhyme.
Non sempre gli investigatori indovinano subito la pista giusta…
Da noi il sistema giudiziario è differente: se il processo giunge ad un verdetto il caso è chiuso, non c’è appello o possibilità di ribaltare il verdetto.
Ha seguito anche il caso dell’omicidio di Sarah Scazzi?
Non lo conosco nei dettagli, ma negli Usa è una tipologia criminale abbastanza comune.
Paesaggio pugliese, muretti a secco e trulli, come location per un nuovo romanzo?
Questa terra è per me sempre fonte di ispirazione. Sono stato a Bari e nei dintorni, una città bella e impegnativa, ottimo ambiente per un trhiller, come nei romanzi di Gianrico Carofiglio che ho conosciuto qui.
Gastronomia vini e romanzi noir, il primitivo elementi di un romanzo…
Cibo e vini non devono mai essere preponderanti in un racconto, perché potrebbero distrarre il rettore. Tuttavia il primitivo pugliese mi ricorda l’amarone, mi piace moltissimo…
*dal Corriere del Mezzogiorno (pagine pugliesi del Corriere della Sera)
@waldganger2000