Sebbene la vettura ufficialmente verrà presentata la settimana prossima a Barcellona, gli appassionati hanno già potuto assaporare il ritorno gradito di un marchio storico per la F1: L’Alfa Romeo.
Per altro, la casa del Biscione era stata già nel 2018 title-sponsor della Sauber, prendendone de jure il posto in griglia quest’anno, nell’ottica di una gigantesca operazione tecnica e pubblicitaria voluta da FCA che, si vocifera, sembra interessata all’acquisto della scuderia fondata da Peter Sauber nel 1993.
Il rapporto tra Alfa Romeo e la F1 affonda le proprie radici negli albori di questo campionato: furono infatti le vetture milanesi ad aggiudicarsi i primi due titoli nel biennio 1950/1051, rispettivamente con Farina e Fangio.
L’aspetto curioso di questa vicenda, se così si vuol dire, è che già dal 1933 questo marchio apparteneva all’IRI, tanto è vero che fu proprio il Governo italiano a decidere di ritirare la scuderia dal 1952, vista la mancata volontà di stipulare nuovi investimenti, vista anche la crescente concorrenza con la Ferrari. Per il rientro ufficiale come costruttore e dopo esser stata anche motorista, si dovrà aspettare il 1979. La seconda avventura, durata fino al 1985, è però priva di soddisfazioni: zero vittorie, due pole positions, tre terzi posti, due secondi posti ed un giro veloce; nel 1986 poi, le quote dell’Alfa vengono cedute alla FIAT degli Agnelli.
Se dunque da una parte si chiude una porta, dall’altra, il marchio di Arese saprà legittimarsi negli anni ’90 come una delle stelle più brillante del firmamento delle Gran Turismo: storiche infatti sono le gesta nel DTM tedesco (il locale campionato turismo); tutti infatti ancora ricordano le 155 di Larini e Nannini e le livree griffate Martini. La Formula 1 però, sembrava non interessare più, almeno fino al 2015.
Nel 2015 infatti, alla prima stagione completa ufficialmente presieduta da Marchionne, sulla parte posteriore delle Ferrari compare un piccolo logo pubblicitario, piccolo ma inconfondibile: è quello dell’Alfa che da qui viene fatta ripartire.
Tre anni come sponsor delle vetture di Vettel e Raikkonen e poi il grande balzo, quello di sponsor principale e partner della Sauber. Nel 2018 viene cosi rinsaldato il legame tra la Ferrari e la scuderia svizzera che diventa una sorta di “junior team”. Non c’è da stupirsi infatti se proprio ad Hinwil viene fatto correre per un anno Charles Leclerc, divenuto ufficiale del Cavallino nel 2019.
Il resto, è storia di questi giorni con la scomparsa del nome Sauber e la dicitura di Alfa Racing che fa capolino nella lista iscritti ufficiale della F1. Subito la stampa e gli addetti ai lavori italiani sono stati colti da una incredibile frenesia che, sebbene giustificabile, andrebbe quantomeno smorzata.
Procediamo però come al solito con ordine: è vero infatti che il nome è stato modificato ma nulla si sa ancora sulla licenza che dovrebbe continuare ad essere svizzera. In oltre, i motori sono forniti dalla Ferrari e gli stabilimenti sono ancora quelli Sauber che per altro nel tempo ha avuto il privilegio di poter avere dei tecnici -come Simone Resta- forniti direttamente da Maranello.
Sui piloti ufficiali 2019 invece, si potrebbe aprire un capitolo a parte: da questo punto di vista, sia Giovinazzi (che è ancora a tutti gli effetti un membro del Cavallino) che Raikkonen, sono ancora almeno in parte a libro paga della Ferrari che sicuramente non mancherà di far sentire la sua voce in eventuali situazioni particolarmente importanti. Ecco dunque perché non è tutto oro quel che luccica e, soprattutto, qualche ombra su una trasparenza non sempre assicurata sui rapporti tra le due squadre potrebbe permanere.
Se invece ci si sofferma alla pista, in questi giorni la vettura camuffata nella livrea ha avuto modi di esser testata da Raikkonen sull’ “amico” tracciato di Fiorano. E’ ovviamente impossibile avere riferimenti o fare previsioni, anche se all’occhio è subito passato il particolare di un musetto estremo, tanto nella conformazione, quanto nella filosofia.
Per ulteriori risposte, si dovrà attendere il responso ufficiale dei test e delle prime prove. La fiducia però, e almeno questo è certo, non manca.
Purtroppo l’attuale è solo un marchio, con finalità di marketing, nulla più…. Nulla di Alfa Romeo…
Ok allora continuiamo a vivere nel mondo dei sogni!
Ma avete visto la concorrenza?
Bhe? Allora?
Forza Alfa Romeo vinci per i tuoi pochi(…?) tifosi!
D’accordo non sarà più l’Alfa Romeo dei tempi di Fangio però è comunque positivo che vi sia un marchio di italianità.
È una Ferrari-bis…
Io non ho mai tifato Ferrari, ai bei tempi tifavo per la Minardi finché non è diventata Red Bull Toro Rosso però adesso che Alfa Romeo torna in pista anche se solo sotto forma di marketing non fa nulla
è un bel team (svizzero), con motori ferrari clienti, due bei piloti e tecnici volenterosi (alcuni italiani)..
purtroppo di alfa romeo ci son solo gli adesivi.. in perfetto stile manageriale fiat-ferrari…
se serve per creare qualcosa di concreto in ottica futura per il marchio e soprattutto per l’italia ben venga, ma nutro dei dubbi guardando la storia dei gloriosi marchi (e delle persone) passati sotto di loro. (ad oggi se parli di Arese ti rispondono dell’outlet o ben che vada del MUSEO alfa…….)