Paola Frassinetti, parlamentare della Repubblica Italiana per Fratelli d’Italia, gode come i suoi colleghi di vastissime garanzie costituzionali riguardo la libertà di espressione. Tranne però su Facebook, che l’ha censurata e bloccata, per via del ricordo di Paolo Di Nella, ragazzo del Fronte della Gioventù ucciso a bastonate da ignoti negli anni ’80.
Come sempre il social non dà spiegazioni e quindi non si sa quali siano i motivi del blocco. Segnalazioni di massa o un algoritmo ottuso, che tramite riconoscimento di immagini e parole chiave cancella determinati contenuti? Mistero, che la società non sembra voler svelare.
Si segnala comunque che ormai quasi tutto ciò che sia vagamente di destra e identitario, se non legato a personaggi di primissimo piano, viene fatto sparire ormai da mesi dal social network. Basti vedere che la seguitissima pagina di Sergio Ramelli è stata bannata senza motivo, così come il simbolo dell’Associazione Culturale Lorien è stato giudicato non rispondente le policy di Facebook. Raffigura un’arpa. Siamo ormai alla repressione sociale delle idee non allineate.
Un comportamento veramente scandaloso
Ma di cosa vi meravigliate!! Non e’piu tempo di fare le verginelle!! Ricominceranno ad usare le maniere forti e gli Italioti Ritorneranno ad essere gli utili….Bisogna uscire dai comodi cantuccini e mettersi in gioco.Finitela di giocare con la solita cottura..Achille Platone Sofocle Platinette Gramsci.Ascoltatevi invece la canzone di MINA che vi si adice titolo “”CACAO””
Però la “guerra” a fb non la fa nessuno, intendo i partiti organizzati che a vario titolo sono oggetto di questo specioso trattamento. Un parlamentare, piuttosto che un segretario di partito, ha senz’altro la capacità di muoversi e di farsi ascoltare, di interagire con i soggetti che in Italia (o in Europa, ammetto di non capire come sia strutturata l’organizzazione) hanno responsabilità di gestione della piattaforma fb. Lo dico con rispetto per l’on. Frassinetti, ma la reazione frustrata va bene per il cittadino, non per il parlamentare. Ha il ruolo (e il dovere) per spiegare le differenze tra ricordo e apologia (e qui ci sarebbe da aprire tutt’altro ragionamento rispetto ai paletti di fb…) oppure tra libere idee e insulti volgari. Un parlamentare ha il dovere di provarci e anche il diritto di non riuscire dopo averci provato, poco male, ma il tentativo di arrivare alla fonte si deve fare. Per se è per gli altri. Altrimenti dietro la scusa degli algoritmi, una alla volta, ci nasconderemo tutti prima o poi.
Forza onorevole, ci provi.
Se Facebbok è di proprietà ebraica perchè stupirsi di certe censure.. Come se fosse Fiano… Ed i primi a fare i censori saranno al solito i redattori di Barbadillo, temendo rappresaglie!!!
Al pisto di stsre su facebook bisogna tornare in piazza. Con la Metodologia Gillet Gialli e fine della virtualità…
Dopo quello che è successo oggi ad uni dei soliti accademici ‘eletti’…torno a nutrire speranze …..
E poi quando si indigna quel fottuto giudeo/iiberal/troskista di Henry BentrandLevy vuol dire che non tutto è perduto ..,
Dice bene Guidobono …Mi sono confuso,la canzone di Mina che menzionato era “”MA CHE BONTÀ””
Rientro ora dalla “punizione” di tre giorni ricevuta da FB per aver osato pubblicare, insieme ad un pezzo di Giulio Buffo, la fotografia di un cuscino di fiori deposto sul luogo dell’aggressione omicida a Paolo. Ho spedito insieme al mio avvocato una PEC a facebook@legalmail.it per chiedere spiegazioni ma chiaramente si sono ben guardati da rispondere. Facebook ormai è un social schiavo del politicamente corretto su cui scorrazzano bande di segnalatori acidi e compulsiva che, come i loro nonni, non rispettano neanche i morti.
Io sono stato bannato da FB nel 2016 e personalmente non ne sento la mancanza