Il superamento dei blocchi ideologici è l’unica cosa che, sul campo delle intenzioni, accomuna il Fascismo e l’attuale sovranismo. Con buona pace dell’antifascismo di ritorno teso a creare mostri conservativi piuttosto che a denunciare derive che, in tutta franchezza, appaiono un (bel) po’ esagerate.
“Andare oltre” è il vecchio pallino della destra sociale (non a caso fu tra i più citati slogan di Pino Rauti), prima ancora del fascismo di sinistra. La ricerca di una sintesi nuova (pare) anche priorità dei populisti e dei sovranisti. Lo ha spiegato, questo, lo storico Luca Leonello Rimbotti in un’intervista rilasciata al direttore de Il Candido, Alessio Di Mauro (qui la versione integrale)
In tema dell’ipotesi di una terza via 2.0, Rimbotti spiega: “Trattasi di una nuova forma di un’antica aspirazione: quella di superare questi due blocchi psicologici, oltre che politici, rappresentati dalla destra e dalla sinistra, per fonderli insieme prendendo il meglio da una parta e dall’altra e farne una sintesi mgliore”. Quindi aggiunge: “Storicamente questo processo per la prima volta ha avuto luogo con il fascismo. Oggi, siccome le esigenze degli uomini spesso si assomigliano e riemergono ciclicamente, si presenta questa possibilità e dunque, sebbe la maniera diversa e su un’altra scala, ecco che la Lega e i 5 Stelle si trovano a ripercorrere antiche vie già battute nel nostro Paese. E, probabilmente, senza nemmeno sospettarlo”.
Quello che però manca, drammaticamente, è una progettualità che a lungo raggio appare fin troppo carente. “Per ora in questo governo grillo-leghista sembra non esserci una maturità ideologica e una chiara strategia politica volta all’appianamento degli interessi particolari. Non sappiamo però se ulteriori sviluppi possano far sì che venga innestato un discorso del genere, dando vita a una sorta di neo-corporativismo. Staremo a vedere”.