Pubblichiamo l’articolo che Aldo Cazzullo ha dedicato a “Red land”, film sulla morte di Norma Cossetto per mano dei partigiani rossi, sul Corriere della Sera
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Spero che a vedere Red Land vadano in tanti. Tutti noi abbiamo un debito verso gli esuli dell’Istria e della Dalmazia, e verso i loro discendenti. Ricordo come fosse adesso la prima volta che un mio compagno alla facoltà di Giurisprudenza dell’università di Torino, figlio di esuli istriani, mi raccontò delle foibe. Avevo 19 anni, e non ne avevo mai sentito parlare. A scuola l’argomento non era stato sfiorato. In tv neppure. Riconosciamolo: a lungo è stato un tabù. A lungo si è parlato pudicamente di titini, senza scrivere a chiare lettere: comunisti. Si è taciuto a lungo anche sull’accoglienza gelida e a volte ostile che gli esuli ebbero nel resto d’Italia.
Come ha detto il più famoso di loro, Nino Benvenuti: «Ci chiamavano fascisti; eravamo italiani». Parlando di foibe, spesso si sente la premessa: «Noi italiani avevamo prima tentato di sradicare l’elemento slavo, poi occupato la loro terra con repressioni durissime». Il che è vero. E non può essere taciuto. Ma nulla indigna i parenti delle vittime più di stabilire un nesso diretto tra i due eventi. Perché nelle foibe non finirono i responsabili delle stragi nella Jugoslavia occupata. Finirono italiani «colpevoli» di indossare una divisa, fosse anche da bidello. «Colpevoli» di essere italiani. Compresi antifascisti ostili all’egemonia dei comunisti titini.
*Corriere della Sera
chiedo perdono per i miei pregiudizi ma dei giornalisti alla Cazzullo faccio volentieri a meno. Lo rispetterei di piu´se continuasse come sempre nella sua opera di servilegio del potere…..credo che questi articoli siano strumentali visto che per costoro la carriera sta davanti a ogni cosa, si tutelano al prospettarsi di cambiamenti politici , spero che invece gli sia riservato lo stesso trattamento che hanno ricevuto i giornalisti non allineati in questi 50 anni
in realtà Aldo Cazzullo non scrive un’articolo, ma risponde a una lettera il che è ancora più triste
Erano i titini comunisti uguali a quelli italiani di Togliatti, in tutto.
Arriverà mai, in questo paese, il giorno in cui ognuno piangerà i propri morti con egual dignità? Non appena qualcuno tenta di farlo o, quantomeno, di far conoscere altre, inconfutabili verità, ecco che, prontamente, riparta la macchina dell’odio e del rancore… Dove stanno i veri “fascisti”?
Mauro. No, perchè il tempo delle lacrime è scaduto. Rimane quello dell’odio, dell’odio creativo, e non si deve dimenticare…