Emmanuel Macron in crisi nera. I sondaggi lo danno in picchiata, in Francia già è sparito da tempo l’effetto “novità” e adesso la situazione per lui si fa davvero tosta. Al punto che, pur di raccattare simpatie e consensi, si (auto)definisce identitario per rintuzzare alle critiche che gli arrivano dal Front National di Marine Le Pen.
Incombe il test decisivo sulla sua popolarità, le elezioni europee del maggio prossimo. Per Macron “è una battaglia di civiltà”, come al solito. Da vincere a ogni costo, pure quello di (tentare) di appropriarsi delle armi dell’avversario e di contraddirsi a ogni pié sospinto.
E se la Le Pen lo inserisce tra i “globalisti”, tra i principi dell’europeismo, lui tenta di sfilarsi e in un’intervista rilasciata al Journal du Dimanche, monsieur le prèsident, sussurra: “Io non sono un europeista globalista, io credo nella forte identità di ogni popolo, io credo nella storia e nelle ambizioni del nostro popolo”.
Il sedicente identitario Macron parla apertamente di “una lotta per la civiltà, un combattimento storico ed io non mi piegherò agli estremisti. “Alle prossime elezioni europee – conclude il presidente francese – farò tutto il possibile perché i progressisti, i democratici, e quelli a nome dei quali parlo, che spero possano essere rappresentati in Francia nel modo più ampio, possano far sentire la propria voce”.