Marco Borriello ripartirà dalla Serie C spagnola. Dopo l’ultima, deludentissima, stagione a Ferrara con la maglia della gloriosa Spal, il centravanti indosserà la casacca dell’Ibiza. Lui ci assicura che ha scelto di giocare con la squadra dell’isola più cafochic d’Europa “non per soldi” ma per fare la storia. Ha spiegato, poi, “di aver sentito le vibrazioni giuste”. Chissà perché la mente vola al Jep Gambardella de “La Grande Bellezza”. Chissà perché la tentazione, fortissima, è quella di insospettirsi davanti a citazioni così alte quanto vuote, di chiedergli, come lui fece con l’artista conformista : “Che cosa è una vibrazione?”
Come la performance di quella, la carriera di Borriello è al limite dell’insondabile e dell’incomprensibile. Ha avuto tutte le carte in regola per diventare un campione, ha fatto esultare Milano, Roma e Cagliari ma passerà alla storia come l’ex fidanzato di Belen.
Di lui la stampa sportiva parla ormai come di un fighissimo playboy che si gode – alla faccia del mondo intero – la compagnia di pulzelle in topless sulle spiagge più dorate del mondo. Non si parla di lui sul rettangolo verde, a Ferrara – ultimo suo appalesamento sui campi di calcio – è finita malissimo. I tifosi gli hanno rimproverato scarso impegno, lui ha replicato dicendo che con la Spal ha perduto un anno di carriera, raccontando di essere stato persino aggredito in strada.
È Borriello l’ultima epifania della figura popolare del “bomber”. Ch’è solo l’ultima delle sciocchezze rattuse che popolano il doratissimo mondo dello sport, quello con più followers su Instagram che nelle curve. Nell’immaginario collettivo, il “bomber” è più generoso in camera da letto che nell’area piccola. Massimo campione della disciplina, Christian Vieri che però, a dispetto di Borriello, la storia del calcio italiano l’ha scritta davvero.