Confusione, concitazione e necessità di equilibrio anticipano svariati argomenti (non troppo diffusi quando si pensa ad una disputa filosofica) tra cui l’esortazione alla ricerca della gioia, zen e cristianesimo. Filosofia, congiunzione di teoria e pratica, andare nel pensiero per affrontare il quotidiano, rotolare come una pietra nel tentativo di diventare testata d’angolo. Questo è il tentativo espresso da un libro che si intitola Il Filosofo Nudo di Alexandre Jollien (2011). <<Per tornare all’episodio dell’autobus, mi sono preso in pieno la cattiveria o se non altro l’ignoranza, che indurisce e anestetizza certi cuori. Nuova regola del gioco: considerare quel tipo di prova come un esercizio, senza rinchiudermi in me stesso. Quale migliore occasione di progredire se non quella che mi impone la realtà?>>. Uno spaccato di vita quotidiana, uno scotto da pagare, quello dell’insicurezza, nonostante venga continuamente sgretolata dall’intraprendenza, non solo mentale, divenuta stile di vita. Alexandre Jollien, filosofo della svizzera francese, perennemente in cerca di risposte, ha cercato di smontare il dogmatismo occidentale fatto di prestazione, certezza e profitto con un soggiorno di quattro anni in corea del sud, con l’intento di interfacciarsi realmente con l’humus in cui ha preso vita lo zen, dottrina a cui si sente alquanto legato, di cui scorge il genio nel fornirgli strumenti adatti a vivisezionare il quotidiano senza dover ricorrere per forza a quella gamma -tremenda e imponente- che il filosofare speculativo gli ha fornito dai vent’anni in poi. Si tratta di una sorta di “contro-metodo”. Lo zen, manuale di sopravvivenza, con cui il filosofo tenta di irrobustire il proprio approccio alla vita, già fornito degli spunti di Eraclito, di Platone, Cartesio e Spinoza. Raggiungere il vuoto, liberare la mente, domare il cavallo dei cattivi pensieri, domare l’ego con le sue passioni irrefrenabili, spesso autodistruttive. Jollien nasce con una disabilità per via di complicazioni sorte al momento del parto. A tre anni varca la soglia di un collegio specializzato nel trattamento di persone con disabilità. Ci rimane per diciassette anni. Non essere nel mondo ma sentirsi comunque del mondo, una logica che distorceva spesso il flusso dei suoi pensieri, da cui deriva un’esperienza quotidiana che si è spesso ripercossa prepotentemente sulle sue scelte di vita. La figura del filosofo rinasce, anziché risultare incenerita dal postmoderno, il filosofo diventa creatore che plasma con una creta, nuova e diversa, un nuovo pensiero, composito. Voli da funambolo solcano le argomentazioni. Più che ad un diario autobiografico, ci si trova di fronte ad un manuale di sopravvivenza in cui la sicurezza, in tutte le sue forme, diventa tensione continua, come se per raggiungere la decompressione di una quiete sospirata, fosse necessario prima tendersi. Il quotidiano diventa un terreno da esplorare e i limiti diventano una spinta propulsiva in grado di guidare l’essere nel suo dispiegarsi corporeo. Il rapporto con il corpo è fondamentale, quasi basilare, nel sistema di pensiero del filosofo svizzero. La capacità di osservazione, di auto-percezione trova nel corpo una cartina di tornasole, un denominatore comune, un generatore di ansia o di gioia a seconda delle giornate. La filosofia zen, attraverso la pratica della meditazione zazen, giunge in soccorso rispetto alla ricerca della completezza e dell’equilibrio. Ma tutto ciò non passa, da quanto si legge nel testo, dall’astrazione speculativa, piuttosto attraversa le concrete cadute dell’umana esistenza.
Jollien dissemina pillole, seziona pensieri, rumina concetti mettere a sistema una pratica di benessere, messa in salvo dal tritacarne, vuoto ed inerte, dell’astratto self help da senso comune. Atarassica inerzia o vita attiva? Risponde Jollien: << L’idea di giustizia interiore mi invita a non reprimere furiosamente la mia sensualità, a non uccidere tutta la foga che nasce dagli intimi recessi. Bisogna allora attendere l’equilibrio? Piuttosto che aspettarlo, desidero progredire verso di esso ad ogni istante>>.