E’ difficile oggi ammettere che un tempo uomini e donne, mossi dalla fede in Cristo, riuscirono a plasmare le genti europee e a infondere un nuovo spirito al nostro continente. Il dibattitto sulle radici dell’Europa è la manifestazione più evidente della confusione morale delle nazioni. Volenti o nolenti, hanno dovuto cancellare secoli di storia per adeguarsi al “progresso” e ai profeti del “passato da rinnegare”, perché era considerato oscuro e barbaro. Di tenebroso c’è solo un futuro incerto e materialista e il libro di Marina Motta, “Carismatica Europa: come i santi hanno rivoluzionato la storia dell’Occidente”, pubblicato nel 2015 dalla casa editrice “Città Nuova”, ci aiuta a comprendere la straordinarietà di persone che hanno costruito con le opere di carità la civiltà europa. L’autrice non si sofferma solo sul tema storico, ma ci illustra le prospettive della santità nell’età contemporanea. Per un laico è un’immersione in un racconto “carismatico”, perchè sarà posto di fronte a uomini e a donne straordinari. L’evidenza in questi casi non può essere negata.
I santi, i protagonisti della storia europea
Re e cavalieri hanno forgiato la storia europea così come i rinascimentali, gli illuministi e i rivoluzionari otto-novecenteschi. E’ innegabile però che la santità ha costituito uno stimolo morale positivo per tutto il continente. Il santo non è solo un asceta, è anche un uomo d’azione che ha agito e agisce per la vittoria di Dio sulla Terra. Nel combattere il male e le conseguenze del peccato originale, compiva opere di carità (ospedali, ospizi…) che hanno alleviato le sofferenze umane e hanno risollevato la civiltà dal degrado. Quando tutto era perduto, quando la società antica era in pieno declino e la barbarie incombeva furono i santi a immergersi nell’oscurità della natura e degli uomini per illuminarla. San Benedetto da Norcia, il santo patrono europeo, costruì tanti monasteri in Europa, che furono tanti fari di cultura, d’artigianato e di contemplazione. L’Ora et Labora fu il “comandamento” che facilitò la rinascita e costituì uno stimolo morale poderoso. Contro la fuga verso il pessimismo cosmico e contro il fatalismo ci furono i santi e le sante: altrimenti la società civile, o almeno ciò che era rimasto, sarebbero definitivamente scomparsi. Gli uomini e le donne di Dio combatterono contro la loro epoca, rinunciando ai beni, ai ruoli sociali e dinastici per seguire la propria vocazione. Con speranza gettarono le basi del futuro progresso europeo. Nei secoli successivi al medioevo la santità si espresse sempre in aperto contrasto con il “secolo”, svelando gli errori degli uomini e cercando di porvi rimedio. San Vincenzo de Paoli, Sant’Alfonso de Liguori, San Giuseppe Cottolengo e tanti altri sono stati coloro che hanno incarnato i valori del Vangelo.
Il genio femminile della santità
Il critico moderno potrebbe storcere il naso nel sentir parlare solo di uomini. La Motta ci offre un’interessante galleria di volti femminili, che sono stati esempi fulgidi di carità e di fede. Si tratta soprattutto di mistiche, quali Sant’Ildegarda di Bingen o Santa Brigida di Svezia. Troviamo Santa Chiara d’Assisi, la prima donna a scrivere una Regola monastica, Santa Caterina da Siena e il caso eccezionale di Santa Giovanna d’Arco. Sono donne che hanno espresso una fede in Cristo profonda, molto più degli uomini, intessendo con Dio un rapporto diretto. Non è un caso che molte di esse sia mistiche. Erano sante “virili”, per certi versi, sicure di sé e capaci di dibattere con i potenti dell’epoca (papi, re, principi…). Non c’è spazio solo per gli uomini, come si crede, ma anche per le donne e una di esse, Giovanna d’Arco, con le armi in pugno addirittura ribaltò le sorti della “Guerra dei Cent’anni” in favore della Francia.
Le prospettive della santità per il futuro
La domanda fondamentale che la Motta si pone nel suo saggio riguarda la santità nell’età contemporanea. La secolarizzazione ha raggiunto livelli inimmaginabili nel passato e oggi la fede è estranea in molte nazioni. In questo quadro religioso così triste c’è da chiedersi se la santità avrà un posto rilevante e come si esprimerà. Ogni epoca ha i suoi santi perché questi hanno risposto in maniera diversa alle problematiche del proprio tempo. E oggi? Come vincere la secolarizzazione? La Motta ci parla del “movimentismo” cattolico, di quei gruppi “carismatici” per il rinnovamento della fede, che provano a cambiarla per rispondere al meglio alla modernità. Cita i “Neocatenumenali” e, nonostante i dubbi, sono per l’autrice esempi di possibile santità nell’età post-moderna.
*“Carismatica Europa: come i santi hanno rivoluzionato la storia dell’Occidente”, Marina Motta (Città Nuova)