I politici italiani non danno risposte alle emergenze che investono la società italiana e al loro posto ci pensano i magistrati. Gli esiti di fatto non sono sempre in linea con la natura e neanche con il buon senso: si creano corti circuiti che creano opposizioni nella pubblica opinione. Come alcune associazioni e partiti hanno sottolineato, certe ordinanze e sentenze finiscono per aggirare le leggi esistenti creando precedenti pericolosi.
Per la Corte d’Appello di Trento, un bambino può avere due padri e nessuna madre. Per il Tribunale di Firenze se una coppia di gay adotta all’estero un/a bimbo/a l’adozione è valida anche in Italia e il piccolo avrà diritto alla cittadinanza italiana anche se l’adozione dei gay non è prevista dalla legge italiana. Ancora, è notizia di ieri: una bambina di sette anni viene tolta quattro anni fa per errore ai genitori biologici (quindi veri) e data in adozione a un’altra coppia nonostante i veri genitori vogliano e possano tenerla.
I fatti. Il primo caso. Una coppia di trentini, grazie alla maternità surrogata, “adotta” due gemellini nati in Canada, nazione dove la pratica dell’utero in affitto è equiparata alla donazione degli organi e quindi è permessa. Alla Superior Court of Justice canadese i due risultano padri. Tornati in Italia, vanno a registrare i bambini come propri figli e l’ufficiale di Stato civile si rifiuta perché la fattispecie non è prevista dalla legge. I due ricorrono e la Corte di Appello di Trento stabilisce che la richiesta dei due è legittima. Sull’atto di nascita si dovrà aggiungere anche il nome del papà non biologico. Finora era successo solo un paio di volte in Italia, in presenza di una sorta di Step child adoption (accettata dalla Cassazione solo per alcuni casi ma già contestata dal Tribunale di Milano), adozione da parte di due persone dello stesso sesso ma colui/colei che non è padre biologico non è padre a pieno titolo: ci sono infatti limiti per l’eredità, il piccolo/a non può acquisire, da parte del padre “acquisito” zii, zie, nonni, la “parentela” resta revocabile, ecc.
Questo di Trento, quindi, è un precedente che apre un dibattito non secondario visto che i due gemelli sono nati da una maternità surrogata, vietata in Italia dalla legge sulla fecondazione assistita ma alla quale fanno riferimento anche coppie eterosessuali. La motivazione, per i giudici di Trento, è tutta qui: è prioritario “il diritto fondamentale che deve essere tutelato, alla conservazione dello status filiationis legittimamente acquisito all’estero”. Insomma, prevale l’interesse del minore a mantenere lo stato di figlio riconosciuto in un atto definito in un altro Stato. Non solo: la Corte di Appello di Trento sottolinea anche che nel modello italiano non sarebbe compreso un modello di genitorialità basato esclusivamente sul legame biologico fra il genitore e il nato. L’aspetto che colpisce maggiormente nell’ordinanza è quando la Corte di Appello nega che “nel nostro ordinamento vi sia un modello di genitorialità esclusivamente fondato sul legame biologico fra il genitore e il nato”
Il secondo caso è un’altra stranezza: l’ordinanza del Tribunale di Firenze su due cittadini italiani residenti in Gran Bretagna che hanno adottato un bambino: l’adozione è riconosiuta in Italia nonostante la legge lo vieti. E’ possibile purché i due gay che adottano vivano all’estero da almeno due anni: questa è la condizione per essere in linea con i principii della Convenzione dell’Aja sui minori. Una convenzione che non pone limiti allo status di genitori adottivi “non escludendo quindi single, gay” e quant’altro verrà prossimamente… Anche in questo caso, quello dei bambini nati in Gran Bretagna, un piccolo con due papà e nessuna mamma. Questa è una “legislazione surrogata” che, di fatto, aggira quello che la legge afferma e apre nuovi capitoli nel dibattito etico e morale.
Terzo caso, nel Monferrato. Una bimba di sette anni fu tolta quattro anni fa ai genitori biologici (quindi veri) e fu data in affidamento e poi in adozione a un’altra coppia nonostante i veri genitori vogliano tenerla. La giustizia dovette indagare in tutti questi anni su un presunto maltrattamento che non c’è mai stato come la stessa Magistratura ha appurato e chiarito con sentenza definitiva. La legge ha fatto il suo corso (lentissimo). La bambina era stata data dapprima in affidamento, poi in adozione. Ora, giustamente, i genitori biologici (quindi veri) la vogliono indietro. Ma ieri la Corte di Appello si è pronunciata contro la restituzione perché per la bimba sarebbe un trauma e perché i veri genitori sarebbero anziani. Viviamo tempi strani…
Così, un bimbo o una bimba, nell’Italia di oggi, in questa repubblica democratica, antifascista, basata sul diritto, può avere due padri e nessuna madre, può essere adottata da due gay nonostante la legge vieti l’adozione di due gay e una bimba può essere tolta ai veri genitori, senza motivo, per ragioni burocratiche, e adottata da altri.
Vai a capire dove viviamo…