«Enrico Letta fino a due settimane fa trasmetteva la stessa allegria di una lampadina a basso consumo». Il neo premier si dev’essere sentito toccato nel profondo per le battute di Maurizio Crozza sul suo scarso carisma e così ieri su Raitre ha provato ad accattivarsi il pubblico radical-chic per eccellenza. Il democristiano Letta, da parte sua, ha l’arduo compito di scrollarsi di dosso l’aplomb tipico dei montiani doc e avvicinarsi a un approccio lib-dem di veltroniana memoria a partire dal palcoscenico.
Il programma perfetto, allora, non poteva che essere quello del quasi coetaneo Fabio Fazio, il conduttore salottiero e accondiscendente con i vari leader della sinistra: uno spazio ideale per dare un’immagine più giovanile di se stessi e per provare a “sfidare” mediaticamente il futuro leader del Pd, Matteo Renzi. Il sindaco di Firenze aveva scelto gli Amici della concorrenza, Letta quelli del proprio campo quasi a voler ricordare che sì, è vero che guido un governo col Pdl ma io sono dei “vostri” e non dei “loro”. Un concetto che il giovane Letta chiarisce fin da subito con la frase: «Non è il governo ideale né per me né per gli italiani. Ho lottato per un governo si centrosinistra». Un capo del governo che prende le distanze dal proprio esecutivo a meno di una settimana dalla fiducia in Parlamento è senza dubbio un inedito. Che il suo sia un governo temporaneo lo chiarisce anche nel finale con una promessa rassicurante per la base del suo partito: «Se ci saranno tagli alla ricerca e alla cultura mi dimetterò».
Ma il nipote del ben più noto Gianni sfida a distanza anche il Pdl sul suo stesso terreno: «Il superamento dell’Imu non è di Berlusconi, faceva parte del programma di tutti e tre i partiti che sostengono la maggioranza». Un colpo al cerchio e uno alla botte per non scontentare nessuno, così come prevedono i dettami in stile democristiano. Un leader giovane ma non sprovveduto, con uno sguardo rivolto all’Europa “buona”, quella dei ragazzi dell’Erasmus e non quella arcigna dei banchieri. Ecco il nuovo Letta che gira il vecchio Continente parlando in francese con Hollande e con un’inglese fluente con la Merkel con cui si lascia andare con un saluto alla “Fonzie” nella foto istituzionale. A metà tra il giubbottino di pelle dell’ “amico” Matteo e il “cucù” del Cavaliere Silvio.
L’opera di svecchiamento domenicale del premier Enrico si conclude in seconda serata, sempre su Raitre nel corso della trasmissione Gazebo di Diego Bianchi, in arte Zoro, che ne svela il suo lato nazionale, anzi provinciale. Il conduttore mostra lo scambio di sms avuto col neopremier poco dopo la sua nomina. Alla proposta di Zoro di farsi una birra in Germania o in Francia, dopo gli incontri con la Merkel e Hollande, Letta risponde con un «famose du spaghi a Testaccio va che è meglio…». Ovviamente Zoro puntava a fare “il colpaccio” e averlo in trasmissione ma Letta gli ha preferito Fazio. Lo scambio di messaggi si conclude nel modo più inaspettato. Al «mi hai tradito con Fazio come un Veltroni o un Renzi qualunque», il neopremier controbatte con un’emoticon sorridente. Ecco come si presenta il nuovo Enrico Letta: “giovane” politico vecchio stampo con venature democrat in vero stile veltron-kennediano.