Marine chiama Beppe. Il “lepenismo 2.0” e il “grillismo” potrebbero guidare il fronte di chi auspica un’Europa a trazione popolare? Proposta indecente, quella della leader del Front National francese. Perché il povero Grillo dovrebbe spiegare ai suoi che in tema d’Europa, in effetti, le piattaforme tra i due movimenti non sono differenti, anzi sembrerebbero sovrapponibili. A dire il vero non solo in tema di critica all’Europa targata Bruxelles. Stesso discorso si potrebbe fare sul concetto di preferenza nazionale per ciò che riguarda la tutela delle aziende: Grillo più volte l’ha rilanciato nel suo “tsunami tour” tra applausi scroscianti. E che dire dello “scetticismo” quando cui il leader dei 5 Stelle parla di immigrazione?
Alla fine Beppe Grillo, ne siamo certi, sarà costretto a respingere comunque ogni contatto con “l’impresentabile” Marine. Nonostante, a conti fatti, il Front National in Francia assuma (complice un sistema elettorale sostanzialmente antidemocratico che esclude di fatto milioni di francesi che votano Fn) più o meno lo stesso ruolo ricoperto da Grillo in Italia. Che cos’è, infatti, il consenso alla destra francese se non un voto di protesta contro chi ha guidato il Paese negli ultimi decenni? Un voto tanto contro l’ex presidente Nicolas Sarkozy, tanto contro il flop rappresentato da Francois Hollande (l’uomo che avrebbe dovuto guidare l’asse contro l’austerità e invece…).
È comprensibile, allora, che dalla Francia si guardi con un certo interesse a quel fenomeno pentastelle italiano che ha rivoluzionato lo scacchiere del Parlamento. Anche perché Grillo – nonostante la spudorata campagna acquisti di Pier Luigi Bersani e l’estremo tentativo del capo dello Stato – ha saputo tenere salde le redini del suo movimento tanto dal richiamo della foresta (rive gauche, ça va sans dire) quanto dall’ipotesi di una riedizione del governo di responsabilità («Monti bis? No grazie. Piuttosto chiudiamo il governo»).
Ma, nonostante tutto questo, il matrimonio con Marine non avverrà. Dovrebbe spiegare troppe cose ai suoi Beppe. Ad esempio che il tema della sovranità è patrimonio storico della destra europea, proprio quello che è diventato adesso trasversale ai vecchi schieramenti. Così come la lotta alla partitocrazia – asset della retorica grillina – era il cavallo di battaglia di quel Msi che era il modello a cui si rifaceva Le Pen padre. Immaginate Grillo un giorno spiegare tutto questo a Vito Crimi? Magari appena sopito da un pisolino?