Le immagini non mentono, si diceva una volta. Oggi grazie ai computer e al photoshop si può mentire quanto si vuole e nessuno se e accorge. In una società che vive di immagini come l’attuale, esse però sono essenziali per capire il tempo in cui si vive, e quella verissima che qui si pubblica – rintracciata nel mare magnum della Rete dall’amico e artista Dalmazio Frau che l’ha inviata a me e ad altri – merita di essere resa nota e divulgata, dato l’impatto emotivo che provoca nella sua elementarità e quasi banalità dei soggetti: dei ragazzini in gita scolastica in un grande museo. E che a me pare emblematica del nostro tempo, di un simbolismo dirompente del suo status culturale e spirituale. Merita un breve commento nonostante che la fonte in Rete dica seccamente: “No comment necessary”…
Le bionde fanciulle, probabilmente olandesi, che siedono sotto La ronda di notte, un quadro del 1642 conservato al Rijksmuseum di Amsterdam, e che rappresenta la Compagnia degli Archibugieri della città, non stanno ammirando il capolavoro di Rembrandt, ma sono invece in tutt’altre importanti faccende affaccendate, occupatissime ad armeggiare con i loro telefonini o smartphone o tablet che essi siano. Devono essere always connected dappertutto, anche lì, anche davanti ad un’opera d’arte di quel livello e fama. Dietro di loro, di spalle, i ragazzini della stessa scuola, evidentemente anch’essi impegnati della medesima occupazione… State sicuri: non si stanno informando del quadro!
Di fronte all’arte snobbata in tal modo, pur con la tara della giovane età, ci sarebbero molte considerazioni da fare, ad esempio sulla ossessiva pervasività delle nuove tecnologie, ma una soprattutto balza agli occhi: se le giovani generazioni dell’Occidente se ne fregano, allora si capisce il motivo per cui avanzano gli iconoclasti di ogni tipo, e in Iraq i fondamentalisti fanatici dell’Isis possano distruggere il museo di Mosul e radere al suolo Nimrud e Hatra e magari presto anche le vestigia romane di Palmira nell’indifferenza totale dell’Occidente pronto a prendere le armi per difendere il petrolio, ma non i simboli concreti della civiltà, mentre in Italia i fondamentalisti antifascisti pensano di cancellare o abbattere i “simboli fascisti”. Distruggete pure, intanto abbiano altro cui pensare, le nostre preoccupazioni sono ben diverse..
Se è questo che ci dobbiamo aspettare dalle nuove generazioni occidentali allora veramente, per parafrasare una famosa espressione di Heidegger, nemmeno un dio ci può salvare, dato che siano votati al suicidio culturale e spirituale.