Vittorio Feltri su Il Giornale non ha dubbi: furono salvati i comunisti. “Di Pietro fu beatificato, era l’ uomo più famoso d’ Italia, più ammirato – ha scritto – e la classe politica giudicata quale associazione per delinquere, tant’è che il pentapartito fu sgominato: la Dc, il Psi, il Pli, il Psdi e il Pri inghiottiti dalla melma. Rimasero in piedi il Pci (poi Pds), la Lega e il Msi. Il primo era l’unico attrezzato per vincere le imminenti elezioni, gli altri due, benché cresciuti di qualche punto, erano nani se paragonati al gigante rosso, uscito indenne dall’ondata giudiziaria”.
“Come mai i comunisti la scamparono?”, si è domandato Feltri. Pronta la risposta: “Perché erano onesti? Ma va’ là. Proprio loro che si erano alimentati lustri e lustri con i rubli (tramutati in dollari, s’intende) di Mosca. Si dà il caso che sul declinare degli anni Ottanta fosse intervenuta un’elegante amnistia (votata entusiasticamente all’unanimità), equivalente a una pietra tombale sul reato. Inoltre, Mani Pulite, così feroce con democristiani e socialisti, fu mansueta, diciamo non accanita, con gli ex amici dell’ex Urss, i quali anziché in galera si prepararono per andare al governo. Non osiamo affermare che le toghe rosse favorirono i compagni. Segnaliamo tuttavia che Di Pietro e Gerardo D’Ambrosio furono eletti in Parlamento coi voti della sinistra”.
Feltri ha scritto tutto questo proprio mentre va in onda su Sky la fiction a puntate su Tangentopoli, intitolata semplicemente “1992”, creata da Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo da un’idea di Stefano Accorsi.
Lo stesso Di Pietro ha sottolineato: “Ci sono tante scene di sesso, al punto che ho detto: eh, ma magari! Comunque parliamo di un film, non di un verbale di interrogatorio”.
Mario Segni ha invece detto al Corriere della Sera di essere indignato: “Hanno mistificato la realtà”.
Ma la più energica stroncatura è giunta da Paolo Liguori, direttore editoriale di New Media di Mediaset: “Propina al pubblico troppe falsificazioni. Murdoch, proprietario della Tv satellitare, vuole danneggiare un suo concorrente”.
Secondo l’ex direttore di Studio Aperto e oggi conduttore di Fatti e misfatti su Tgcom2 “La corruzione è un tema estremamente attuale ancora oggi, quindi l’idea di fondo era buona, non lo è altrettanto il modo in cui è stata realizzata. Perché ‘1992’ riscrive in maniera distorta la storia di un concorrente, Mediaset. Murdoch non ha mai accettato di essere secondo a nessuno e ha sempre perseguito i suoi obiettivi”.
Conclude Liguori: “Nella fiction si è mischiato tutto per dimostrare che Mediaset e Silvio Berlusconi sono sinonimo di malaffare. Si vuole dare una lezione all’Italia ed è come se la Pepsi Cola finanziasse un film per raccontare la storia della Coca Cola ma con molto odio. In più c’è la diffamazione di Berlusconi, ripreso mentre fa la pipì con i tacchi a spillo. Questa è la cosiddetta cultura degli antiberlusconiani, di chi da sempre cerca di dimostrare che i soldi con cui ha fatto i primi investimenti non venissero dall’edilizia ma da chissà dove”.
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