Il ritiro dalla scena giornalistica da parte di Massimo Fini ha provocato sconcerto in molti, quasi fosse un cantante famoso che finisce la sua carriera. E proprio un cantante ha scritto al Fatto Quotidiano, per esprimere il proprio rammarico nel vedere ridotto al silenzio un pensatore di tale portata. Si tratta di Renzo Arbore, un grande artista fuori dagli schemi, che rivela la propria amicizia con il giornalista e scrittore. Due personaggi futuristi e fuori ordinanza, che si rendono a vicenda l’onore della armi.
Caro Massimo Fini, nella dedica sul tuo bellissimo libro che mi hai mandato, hai scritto, quasi fosse una colpa: «Questo è un libro intriso di nostalgia per i tempi andati, penso che un po’ ne abbia anche tu…». Ma io dico, ma adesso, che c’hanno tutti contro la nostalgia? (forse perché i nostalgici sono stati per tanto tempo i fascisti e i monarchici e ne è rimasto il marchio? Boh…). Io sono «futurista» e nostalgico e ho una purissima nostalgia di quando leggevo per gustare un giornalista «fuori ordinanza» e per tentare di essere «fuori ordinanza» pure io con i miei clarinetti e le mie stronzate.
La mia «nostalgia» per le tue cose non sarà ancora più forte perché non puoi più scrivere. Questo solamente NON succederà.
Perché tu sei «fuori ordinanza»!