Facebook ultimamente si è accorta che il proprio spazio è utilizzato dagli spammer e ha deciso di correre ai ripari, rivedendo gli algoritmi, anche in base alle esperienze degli utenti. Questi ultimi hanno le idee abbastanza chiare in fatto di contenuti e tendono a scartare ciò che non li soddisfa e non amano essere presi in giro. Ad esempio, il titolo di un link deve essere coerente ed esplicativo, l’immagine connessa al contenuto e non uno specchietto per le allodole. I nuovi algoritmi quindi rileveranno il numero di condivisioni volontarie, il tempo trascorso su un contenuto prima del ritorno sul social (detto tempo di rimbalzo), il numero dei commenti e parametri ulteriori. Verrà quindi valutata l’affidabilità dei contenuti e quelli di buon livello verranno premiati.
Ormai uno degli aspetti negativi di Facebook è la presenza costante di spam e di link ‘avvelenati’ che, oltre ad aprirsi e mostrare contenuti indesiderati, stanno provocando un danno economico all’azienda stessa, in quanto fanno perdere fiducia all’utente nei confronti della pubblicità vera e propria, su cui si basano gli introiti del social network. Inoltre ad oggi il social di Zuckerberg veicola quasi il 30% del traffico diretto ai quotidiani online e questo ha agevolato la diffusione di bufale assurde.
Basti pensare che il giorno della morte di Robin Williams, moltissimi internauti hanno atteso prima di commentare. E che dire della orribile bufala riguardante un noto shampoo di marca che faceva venire delle escrescenze mostruose (vedi foto), rivelatesi poi un foto montaggio?
Per questi tre motivi, dunque, le misure di selezione sopra descritte si sono rivelate necessarie, per mantenere l’utenza e non rendersi partecipi di diffusioni di notizie mendaci.
Così come lo spam via mail è stato debellato in buona parte dai filtri, pare che sia ora di dire addio anche alla pubblicità indesiderata veicolata dai social. A farne le spese saranno quindi gli spammoni e coloro che fanno di tutto per veicolare traffico sul loro sito, senza alcuna cura dei contenuti e con scarso rispetto per l’utente.