Carlo Fidanza, parlamentare europeo, stava per recarsi in India, qualche giorno fa, per incontrare i marò della San Marco e portare loro la solidarietà di tutto il popolo italiano. Ma dopo alcune pacifiche manifestazioni di Fratelli d’Italia contro il governo indiano sul caso dei nostri due militari trattenuti, si è visto negare il visto e non potrà recarsi dai nostri concittadini.
Onorevole Fidanza, come si è svolta questa vicenda?
Marco Scurria ed io volevamo andare in India il 3 febbraio, in occasione della pronuncia della Corte Suprema a riguardo del caso Marò. Marco ha chiesto il visto due giorni prima di me e l’ha ricevuto in 24 ore. Nel frattempo abbiamo fatto due manifestazioni di Fratelli d’Italia a Milano, per chiedere il rilascio dei nostri soldati e il loro ritorno in Italia. Poi ho chiesto il visto ma mi hanno posto moltissimi problemi burocratici. Dopo un lungo scambio di email e dopo una serie di vincoli che mi venivano posti ho deciso di denunciare la cosa, perché è chiaro che non ci sono motivi burocratici dietro la scelta di non concedermi il visto. È piuttosto una questione politica, perché se avessi chiesto il visto prima delle manifestazioni me l’avrebbero concesso come all’on Scurria.
Cosa si aspetta dalle istituzioni dell’Ue su questa vicenda?
Ho scritto una lettera al presidente del Parlamento Europeo, Martin Schultz, per chiedergli di garantire i miei diritti e le mie prerogative di cittadino europeo. Io ho partecipato solo a manifestazioni pacifiche e quindi non c’è motivo di non concedermi un visto. Nel frattempo noto che il governo e il ministero degli Esteri italiano non si sono ancora espressi.
Se fosse stato un parlamentare tedesco sarebbe successa la stessa cosa?
Tralasciando il fatto che tutta questa vicenda, se l’India si fosse rapportata alla Germania, sarebbe stata totalmente diversa già due anni fa, in questo caso a me sembra che consolato e ministero degli Esteri indiani siano andati totalmente in confusione. Hanno sbagliato a leggere la questione marò fin dall’inizio. Secondo me non ci considerano un paese di serie B, ma semplicemente ora non sanno come uscire da questa situazione e si sono innervositi, commettendo quindi un errore. Se avessero utilizzato gli strumenti di arbitrato internazionale al posto di cercare uno scontro diplomatico avrebbero sicuramente fatto una figura migliore.
@barbadilloit