Questa mattina il coordinamento del 9 dicembre, composto da varie sigle fra cui i Forconi, è tornato in Piazzale Loreto a Milano per manifestare la propria rabbia, contro la pressione fiscale, il parlamento e il governo. Già dalle otto del mattino è iniziato l’assembramento di persone. Ci avviciniamo per chiedere informazioni su di loro, sapere cosa fanno nella vita, perché sono qui. Rispondono che sono imprenditori, disoccupati, operai, “gente che ha fatto e fa sacrifici tutti i giorni, persone del popolo”.
Mostrano un cartello con un elenco di cifre simboliche. 400 suicidi, 360mila aziende chiuse, 200mila anziani senza pensione, 40mila case pignorate. Secondo loro ribellarsi è un dovere e staranno qui fino a stasera per dirlo. Fermano i passanti, spiegano le loro ragioni, dicono di essere qui per tutti e che il popolo intero dovrebbe unirsi a loro.
Uno dei leader spiega che fra poco bloccheranno il traffico ma le persone del gruppo non dovranno rispondere alle provocazioni e non dovranno litigare con gli automobilisti. “Fate capire che siete persone civili”. Non sono manifestanti di professione è la prima volta per tutti. Alle 9 e 25 iniziano a mettersi in mezzo alla strada. Piazzale Loreto è un cerchio con le strade che entrano come dei raggi. I Forconi si muovono in corteo bloccando una strada alla volta. Gli automobilisti suonano, si arrabbiano, ma la situazione rimane abbastanza tranquilla, a parte qualche tensione con i taxisti. La polizia non è in tenuta anti sommossa e segue il corteo, per evitare che la protesta degeneri come ieri e non nascano scontri fra bloccanti e bloccati. I vigili intanto fanno passare con il rosso sulle strade non occupate. Il numero di manifestanti ad ogni giro cresce.
I passanti seguono con curiosità, alcuni approvano altri no. Gli studenti ne approfittano per saltare le prime due ore, un po’ come i loro predecessori di qualche decennio fa. La situazione rimane per ora tranquilla. L’unico tafferuglio è stato con i tifosi dell’Ajax, che non capendo nulla di ciò che sta succedendo si sono infuriati per il blocco del loro pullman.