Il dolore per la strage di Prato colpisce e genera sentimenti contrastanti: pietas per i morti, rabbia per chi doveva vigilare ed evitare la tragedia, sdegno per i troppi che colpevolmente cadono dalle nuvole. In quella fabbrica il rogo ha bruciato insieme ai sette poveri lavoratori orientali, anche il modello di produzione legato alla civiltà dell’umanesimo, simbolo di una certa italianità di cui andavamo orgogliosi.
L’ossessione per la produzione sregolata e l’ansia di tenere sempre alti i numeri dell’indotto anche in tempi di crisi si sono saldati a Prato come in altre aree d’Italia (su tutte il settore del Tac materano): ecco cosa c’è dietro l’eccidio dei lavotatori in Toscana, che adesso viene salutato da istituzioni, politica e sindacati con insopportabile ipocrisia. L’illegalità e il nero, come spiegato anche da inchieste di Report, sono una alternativa plausibile o una opportunità di doppio lavoro in ampi territori nazionali. In questa zona grigia c’è tolleranza e ignoranza, un mix micidiale che avvelena la vita industriale dei tanti che si ostinano a produrre rispettando le leggi, rendendoli di fatto poco competitivi.
Tutti sapevano tutto, tutti chiudevano un occhio. Ma su salute e sicurezza, a Taranto come a Prato, non si può soprassedere. Le condizioni dignitose dei lavoratori sono state una conquista novecentesca dell’Italia tutta e riguardano quei diritti di platino che dobbiamo non solo affermare ma soprattutto praticare.
Nelle more delle surreali diatribe ex post si è destata dal torpore ideologico anche la fatina di Monte Citorio, Laura Boldrini. Il presidente della Camera ha scoperto che corriamo il rischio “di importare il peggio della globalizzazione, anziché esportare il nostro modello che è stato quello di combinare libertà di impresa e tutela dei diritti, e rischiamo di tollerare delle enclave in cui c’è stata la delocalizzazione dei diritti”.
Il mondo senza frontiere e senza regole – soprattutto sul lavoro -, cara Boldrini, non è il migliore dei mondi possibili.
* Limonka è una rubrica di commenti e idee