C’è sempre una prima volta, la Bosnia si gode l’ingresso ai Mondiali direttamente dalla porta principale. Con la vittoria di misura sulla Lituania, la rappresentativa allenata da Safet Susic si guadagna la possibilità di giocarsi tutte le sue chance alla massima competizione calcistica mondiale. E tutto questo mentre, dell’ex Jugoslavia, solo la Croazia ha ancora la possibilità di staccare il biglietto per i Mondiali.
Grazie alla magia del calcio, ed alle prodezze di Ibisevic (autore del gol storico contro i baltici), di Dzeko, Lulic e Pjanic, a Sarajevo, Mostar, Zenica la gente è scesa in piazza per festeggiare un successo che era del tutto inaspettato. Caroselli, sirene, canti e danze per celebrare un successo sportivo che era a dir poco impronosticabile soltanto pochi mesi fa.
Il ct Susic spiega la ricetta di un successo: “Sulla Bosnia gravano molti problemi politici ed economici, ma questa squadra unisce le persone: qualche anno fa non si potevano immaginare serbi, croati e musulmani a sostenere la nazionale, ma ora le cose sono cambiate. Abbiamo una splendida generazione di giocatori che da parecchio tempo stanno insieme e collaborano, e un’altra cosa importante è il sostegno dei tifosi che a migliaia ci seguono anche nelle trasferte”.
E dato che il calcio è diventato lo strumento principe nelle mani di una certa politica in cerca di popolarità, il successo della Bosnia è diventato subito occasione, per l’Unione Europea, di bacchettare la classe dirigente bosniaca ‘colpevole’ di non essere abbastanza sollecita nel richiedere l’adesione al super-stato europeo. E’ stato il commissario europeo all’allargamento, tale Stefan Fuele, a spiegare che “i politici dovrebbero prendere esempio dalla nazionale dato che la Bosnia è ultima tra le repubbliche ex-jugoslave nel percorso di avvicinamento all’Ue”.
Il gol ‘mondiale’ di Ibisevic
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